Intervista all’Artista Patrizia Salvatori. Armonia corpo e anima.

Oggi abbiamo ospite di Palco e Visioni l’artista, danzatrice e coreografa Patrizia Salvatori la quale festeggia i suoi primi 50 anni di carriera e i 45 anni della sua Compagnia “Gruppo Danza Oggi”. Non possono non dichiarare quanto sia stato coinvolgente assistere allo spettacolo del 18 maggio al Teatro Tor Bella Monica, dove corpi in movimento accompagnati dalla “danza” di una Fisarmonica hanno contribuito a creare lo spettacolo “Corpi e Note: Concerto di Armonie”.

Patrizia, innanzitutto benvenuta, potresti parlarci un po’ della tua carriera. Come è iniziata e qual è lo spettacolo che da danzatrice e poi da coreografa ti ha segnato maggiormente?

Grazie a te Cinzia per l’accoglienza. In breve sono entrata in Accademia a Roma, non certo ‘dotata’, ma il fuoco è cosa a cui non si comanda ed esplode, emerge incendia e così prima dei 14 anni decidemmo, uso il plurale perché ero con la mia amica Beatrice Libonati, poi diventata imperdibile anima del Wuppertal di Pina Baush, di andare dalla Ruskaja, allora direttrice, per mostrarle qualcosa che avevamo creato. Beatrice una versione di Scarpette Rosse, io due cose, un Pas de Deux in cui ero l’uomo e una mia versione modern della Ciaccona di Bach. Che emozione, che follia! La Direttrice riunì tutti i corsi dal IV in su perché noi ci confrontassimo con il pubblico. Una paura assurda, un’adrenalina, un’esperienza che ci ha segnate. Dopo pochi mesi lei mancò ma quella profondità di sconvolgimento a metà tra il doversi raccontare, l’essere alla berlina, trovare in sé la forza e l’autostima per quel racconto mi segnò e mi portò silenziosamente verso la creazione, sia da condividere che da mettere a frutto, di una struttura della quale io fossi artefice e protagonista.

Sei fondatrice del “Gruppo Danza Oggi”, una domanda a bruciapelo che ne pensi dei Talent?

In un mio spettacolo autobiografico “Finché il papero veste il tutù”, che debuttò al Teatro dei Cocci e il quale con i testi in parte tradotti e recitati anche in greco approdò nei Festival di Lefkada, la battuta diceva “Che cos’è il Talento?” e le risposte, dai toni ammiccanti o assertivi, chiudevano con “Il Talento è il Talento”. O c’è o non c’è ma non si replica come le fotocopie, tutt’altro, si alimenta come il fuoco di una Vestale, ossia si può spegnere se non viene alimentato dai contenuti di anima, cuore intelligenza, umiltà, interpretazione e, appunto, talento.

I Talent se sostengono l’equazione “talento=basta poco ed è fatta”, non sono costruttivi ma fuorvianti, è la mia personale visione, il mio talento è stato di mettere a frutto quanto avevo e ho di contenuti e rendere i difetti dei punti forza. Lo studio, la costanza e il sacrificio, che non è un cilicio ma la scelta delle priorità, sono l’humus del talento, secondo me ovviamente. Se poi si deve fare intrattenimento, allora chiamiamolo con il suo nome.

Lo spettacolo “Corpi e Note: Concerto di Armonie è un ponte tre diverse arti”, lo stile urban dei danzatori, le parole di Alessandro Moscatelli che hanno accompagnato la presentazione dello spettacolo e la fisarmonica di Marco Lo Russo. Come hai fatto a unire queste componenti con tradizioni così diverse.

Intanto costruire i ponti significa trovare chi sta alla fine della campata per dialogare con te, per cui non può non essere qualcuno che condivide una visione, che si apre all’incontro, che non teme il confronto, che si nutre di diversità e bellezza, che è pronto a “patire” nel senso etimologico greco da pathos cioè davvero “provare quelle sensazioni” quelle “emozioni” quelle “reali ferite creative” che fanno vivere l’esperienza nel modo giusto. Per cui non ho “fatto qualcosa” ma ho “ascoltato” nel profondo. Credo che quando avviene questo tutto sembra essere naturale, semplice luminoso, nell’abbracciare l’altro. Alessandro, Ilenja e Marco sono mondi che dialogano con il mio; si scontrano anche duramente e, sempre nel rispetto delle visioni e nel “non avere paura” a scoprirsi, trovano naturalezza di collocazione e strada come l’acqua che va al mare.

Al centro di tutto abbiamo il corpo, l’essere umano con le sue emozioni, con i suoi sussulti e la sua anima. Corpo e anima sono legati nella tua visione artistica?

Si, sono legati molto da relazioni spesso falsate o sbilanciate. Il bello del teatro, dell’Arte è che succede qualcosa di incredibile che molto spesso non si riesce a verbalizzare ma sedimenta e crea strati di sensazioni che come i profumi o il paesaggio, i ricordi o i sogni, vanno a intersecarsi, serpeggiano, sorridono, si nutrono di quel cibo di ambrosia che avvelena talvolta perché non ti fa smettere, ma di solito ti dà strumenti di crescita e maturità. Basta solo ascoltare ed ascoltarsi.

Vuoi ringraziare qualcuno in particolare?

Molto difficile non essere banali ma indubbiamente per arrivare dai 4 anni che ho iniziato in un teatro siciliano ad oggi tante sono le figure che hanno illuminato il buio certo chi non mi ha ostacolata, visto che l’arte non è mai vista come un lavoro mentre ce n’è tanto dentro, anzi inarrestabile, i più vicini in famiglia perché io mi astraggo e partorisco idee e percorsi con un travaglio spesso ironico e folle ma che non si riesce a seguire. La mia priorità è un’altra e poi un’altra poi un’altra. Tuttavia condivido poi quella ricchezza e credo anche di averla “istillata” e questo mi rende felice, adesso ringrazio molto quello che sto vivendo, il ribollire dei progetti, quel “sabato del villaggio” che mi piace tantissimo e ringrazio te e tutto lo staff di Palco e Visioni per avermi accolta in questa intervista, perché così ho fermato, in qualche modo, il tumulto delle sensazioni. Grazie di cuore.

Grazie a te Patrizia, a prestissimo!

a cura di
Cinzia Salluzzo Rovituso

come citare questa fonte bibliografica

Salluzzo Rovituso, C. (2023)
Intervista all’Artista Patrizia Salvatori. Armonia corpo e anima.
www.palcoevisioni.com/?p=1011. Palco e Visioni, 24 maggio 2023.

Cinzia Salluzzo Rovituso
Cinzia Salluzzo Rovituso
Articoli: 33

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