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Intervista al Dott. Baranello autore del libro “diagnosi e comprensione delle personalità borderline”
Intervista al Dott. Baranello autore del libro “diagnosi e comprensione delle personalità borderline”
Carissimi lettori di “Palco e Visioni” finalmente ho la possibilità d’intervistare il Dott. Marco Baranello, un caro amico della sottoscritta, lontano nello spazio fisico, ma vicino nello spazio del cuore, per i tanti ricordi che ci uniscono. Marco Baranello è uno psicologo e scienziato italiano, fondatore della Psicologia Emotocognitiva e autore del saggio “Diagnosi e Comprensione delle Personalità Borderline”. È proprio su questa novità editoriale del 2023, precisamente in vendita dal 28 settembre, che si è accesa la mia curiosità e, con essa, il desiderio di conoscerne la genesi e altre peculiarità che saranno oggetto di questa nostra intervista. Intanto ringrazio Marco per la sua disponibilità, la sua apertura al confronto e la grande chiarezza che sempre offre a tutti coloro che chiedono spiegazioni circa il suo modello d’indagine.
Vorresti raccontare ai lettori di Palco e Visioni come nasce l’idea di questo testo e perché?
Innanzitutto è davvero un piacere essere intervistato da te, Antonella. Ci conosciamo quasi da sempre e arrivare a incontraci ancora una volta su questa dimensione culturale e professionale è davvero emozionante. Ci sono diversi motivi per i quali ho deciso di trattare questo argomento. Ho scritto quel libro che avrei voluto poter leggere io durante il mio iter universitario e post-universitario, quel libro che mancava. Un libro che fosse chiaro ed esaustivo, in grado di spiegare in modo realmente pratico e accessibile ogni singolo elemento diagnostico e portare a una comprensione funzionale del problema sia dal punto di vista soggettivo che relazionale.
L’interesse per il disturbo borderline di personalità nasce già durante l’iter formativo universitario. Era un ambito ancora molto controverso e quindi ricco di possibilità di ricerca. Mi sono laureato in psicologia, indirizzo di psicologia clinica e di comunità, con la tesi “trauma ed eziopatogenesi del disturbo borderline di personalità“. Dopo la laurea, attraverso la rivista della mia associazione di psicologia, ho pubblicato diversi articoli sul disturbo citati come fonte scientifica in numerosi libri, anche accademici. L’attività di studio in merito ai disturbi di personalità è poi proseguita con un corso presso la “scuola medica ospedaliera di Roma e della regione Lazio” (SMORRL). Qui potrei raccontare un aneddoto. Notavo che molte delle nozioni che i docenti stavano insegnando erano in buona parte sovrapponibili a quello che avevo già pubblicato. Poi una docente mi confessò che molto di quello che avevano redatto per le loro dispense era tratto dai miei scritti sul disturbo borderline. Da fine del 2002 ho iniziato poi una lunga ricerca-intervento che mi ha portato a nuove intuizioni, scoperte e alla messa a punto di nuovi metodi di trattamento psicologico riabilitativo, sia diretto che indiretto, con un’altissima aspettativa di efficacia e in tempi piuttosto brevi, senza ricorso né a psicofarmaci né a psicoterapia. Ho avuto modo di dimostrare la maggiore efficacia dei trattamenti psicoeducativi, orientati secondo il nostro nuovo modello teorico. Queste scoperte, che ho sistematizzato in un modello teorico noto come “psicologia emotocognitiva“, sono state sempre divulgate al resto della comunità scientifica attraverso corsi, seminari, convegni, articoli. Tuttavia sentivo l’esigenza di una maggiore divulgazione scientifica per permettere a tutti di conoscere. Con la nascita di mio figlio, nel 2021, ho quindi deciso di lasciare un’eredità intellettuale ancora più solida, iniziando un percorso come autore anche di libri di saggistica scientifica in ambito psicologico, oltre che di articoli. Non potevo non iniziare con il disturbo borderline di personalità proprio per l’interesse che ha sempre suscitato in me e per l’esperienza diretta nel settore maturata in anni di attività di studio, ricerca scientifica e trattamento clinico.
Il tuo libro è scritto in un linguaggio davvero accessibile che lo rende scorrevole e, a mano a mano che si legge, direi anche incalzante. A chi è rivolto principalmente?
Grazie Antonella per questa domanda. Ho scritto questo libro utilizzando un linguaggio che mi piace definire “multi-dimensionale” o “multi-livello”. Significa che ogni lettore, in relazione al proprio “livello” o “dimensione” di conoscenza in merito alla tematica trattata, avrà la possibilità di seguirlo senza difficoltà. Lo psicologo professionista, o lo studente di scienze psicologiche o mediche, potrà trovare diversi aspetti innovativi dal punto di vista teorico e utilizzarlo sia nella propria formazione sia come strumento nell’attività clinica, ad esempio nella comunicazione del disturbo a pazienti e famiglie o nella “terapia diagnostica”. Il lettore meno esperto avrà la possibilità di acquisire, senza sentirsi sopraffatto dai termini scientifici, nuove conoscenze e approcciare al disturbo in un’ottica completa e aggiornata. La maggior parte dei concetti viene spiegato nel modo più chiaro possibile senza mai trascurare la dovuta precisione scientifica. Inoltre, in un’appendice è presente anche un glossario di alcuni dei termini tecnici utilizzati. Auspico sinceramente che possa essere letto anche da chi si trova in una relazione con persone affette dal disturbo borderline e diventare un punto di riferimento per educatori e insegnanti. E’ un testo che ho cercato di scrivere in modo da integrare la rilevanza scientifica con la scorrevolezza della divulgazione.
Si sente parlare spesso oggi di “disturbo borderline”, ma esiste anche una grande confusione circa le caratteristiche proprie di tale disturbo. Vorresti offrire ai lettori di Palco e Visioni una definizione il più possibile chiara del disturbo in questione?
Il libro nasce proprio con l’intento di offrire un visione molto pratica, dettagliata, approfondita e soprattutto aggiornata, del disturbo borderline di personalità. Non è facilmente sintetizzabile in quanto è necessario prendere coscienza del fatto che non sia sufficiente un elenco di caratteristiche per definire un disturbo, è importante anche che si prendano in considerazione variabili come i criteri di esclusione, quelle condizioni che potrebbero portare verso altre diagnosi oppure far considerare alcune manifestazioni come transitorie. Inoltre è fondamentale valutare il livello di funzionamento generale della persona. Detto questo, una volta che il clinico abbia riscontrato la presenza di un disturbo di personalità in generale, è necessario che vengano identificati almeno cinque dei nove criteri elencati nel manuale diagnostico. Quando parliamo di “disturbo borderline di personalità“, il manuale di riferimento è il DSM (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) arrivato alla sua quinta edizione con testo revisionato (DSM-5-TR). Anche il saggio “diagnosi e comprensione delle personalità borderline” è aggiornato proprio all’ultima edizione del manuale. Prima di elencare velocemente i criteri diagnostici che identificano il disturbo mi preme sottolineare quanto sia necessario che le persone prestino attenzione nell’interpretare tale elenco. Anche di questo parlo nel libro offrendo una visione molto limpida di quello che stiamo dicendo, permettendo a tutti di prendere maggiore consapevolezza in merito al disturbo per non incorrere in superficiali errori di valutazione.
Il disturbo borderline innanzitutto si presenta come una modalità pervasiva, quindi diffusa, di instabilità dell’identità, dell’immagine di sé e delle relazioni nonché dalla presenza di una marcata impulsività. I tratti del disturbo potrebbero evidenziarsi già in adolescenza; è tuttavia fondamentale non confonderli con una “normale” e transitoria modalità di comportamento che potrebbe essere legata ad altri fattori bio-psico-sociali presenti nella prima adolescenza. Tra i criteri più noti del disturbo c’è sicuramente l’autolesionismo, in particolare il provocarsi tagli o bruciature, l’ideazione suicidaria e i tentativi di suicidio. Questo libro, a tal proposito, come detto in risposta alla precedente domanda, può essere di ausilio anche per insegnanti ed educatori proprio come strumento conoscitivo che possa permettere un’attività preventiva soprattutto in caso di gesti anticonservativi. Troviamo poi, nel soggetto con tratti borderline, una scarsa tolleranza alla frustrazione, una marcata reattività dell’umore, alterazioni dell’identità che portano spesso la persona a cambiare costantemente valori, scelte sessuali, obiettivi, ecc. senza una chiara direzione, rabbia inappropriata e impulsività in aree che potrebbero diventare potenzialmente dannose per la persona come promiscuità sessuale, uso di alcol e sostanze, guida spericolata, spendere oltre le proprie possibilità, e via discorrendo. Le relazioni interpersonali sono poi il centro dell’interesse delle persone con disturbo borderline, anche qualora non intrattenessero relazioni. Si sentono così spesso abbandonati, anche se questo fosse soltanto immaginato, tendono a manipolare gli altri e a far sentire in colpa partner, familiari e amici. Molto spesso percepiscono le emozioni in modo sproporzionato rispetto alla media e non credono di poter essere amati in modo sincero. Il loro bisogno di amore non sempre però corrisponde con un desiderio genuino, a volte è di tipo fortemente egoistico e, anche una piccola frustrazione, può portare a svalutare rapidamente gli altri dopo averli iperidealizzati ed esaltati. In alcuni contesti il disturbo borderline potrebbe essere erroneamente scambiato per un disturbo bipolare, soprattutto a causa delle alterazioni del tono dell’umore, a volte sovrapponibili tra i due disturbi. Ecco perché è importantissimo rivolgersi sempre a professionisti della salute esperti in materia. La diagnosi fai-da-te è sempre un errore e, in più della metà dei casi, è sbagliata. Come si può ben intuire, Antonella, è un disturbo molto complesso che tutti dovrebbero conoscere. Infatti è sotto i nostri occhi più spesso di quanto possiamo immaginare e sapere rimane l’unica vera forma di tutela.
Perché si chiama proprio “disturbo borderline”?
Il termine, come spiego nel saggio, è oggi utilizzato come “nomenclatore storico“. Nasce infatti in un’epoca, intorno alla prima metà del 1900, anche se già qualche accenno era presente in precedenza, per identificare, nella vecchissima classificazione delle cosiddette “malattie mentali” (oggi il termine malattia mentale è alquanto anacronistico), quella terra di mezzo, il confine tra le “psicosi” e le “nevrosi”. La parola “borderline” indica infatti un “confine”, un “limite”. Un capitolo del libro spiega in dettaglio anche la storia e l’evoluzione del concetto.
Il disturbo borderline tende a peggiorare nel tempo, se non si interviene in maniera adeguata?
No, al contrario. Le manifestazioni più eclatanti e impulsive tendono, in genere, ad attenuarsi con il tempo anche se si mantengono i tratti peculiari. Molto dipende dal livello di compromissione del soggetto. Il disturbo ha il suo picco tra i 15 e i 25 anni di età fino anche ai 30, per attenuarsi verso i 35-40 anni. Il problema è che nella fascia 15-25 anni alcune scelte potrebbero determinare in modo irreversibile la vita della persona. Il consiglio lo rivolgo soprattutto ai familiari. Non è necessario convincere chi soffre del disturbo a un trattamento, qualora vi si opponesse. In psicologia emotocognitiva interveniamo soprattutto con trattamenti psicoeducativi indiretti rivolti soltanto ai genitori o, più in generale, al caregiver. Si può intervenire già alle prime manifestazioni disfunzionali, quando emergono i primi tratti oppositivo-provocatori, sintomi di iperattività, deficit dell’attenzione o i tratti impulsivi, magari proprio tra i 15 e i 25 anni. I trattamenti indiretti si rivolgono non al paziente in modo diretto ma ai familiari, in genere ai genitori. Nella maggior parte assoluta dei casi è sufficiente soltanto la presenza della madre, se risultasse una risorsa disponibile. Le lezioni educative si svolgono a insaputa del portatore del disturbo e mirano a fornire tecniche pratiche, di comunicazione e comportamento, per la gestione della situazione all’interno del contesto di vita quotidiano della persona. Il genitore diviene un tramite fondamentale, la nostra risorsa. Cerchiamo così di aiutare il genitore ad aiutare il proprio figlio in modo decisamente pratico. Questo, negli anni, è diventato uno dei nostri strumenti d’elezione per il trattamento del disturbo borderline, sia perché è molto concreto, sia perché spesso la persona affetta dal disturbo rifiuterebbe un trattamento e soprattutto perché ha dimostrato un’altissima efficacia. Il genitore torna così a esercitare un ruolo educativo fondamentale senza essere più sopraffatto dalla sensazione d’impotenza, a volte anche di colpa e di sconforto, che spesso accompagna la sua vita quando si ha un figlio affetto dal disturbo borderline. Pochi riescono a comprendere pienamente il dramma che una famiglia può vivere.
La persona affetta da disturbo borderline è consapevole di soffrire un disturbo della personalità?
Il disturbo è generalmente “egosintonico” significa che la persona non si rende pienamente conto che il suo modo di pensare e comportarsi siano in realtà la manifestazione di una psicopatologia codificata. Nel libro cerco di offrire una spiegazione molto approfondita della questione. La persona può anche percepire che alcuni suoi comportamenti siano disfunzionali e rendersi conto di rientrare in una diagnosi di disturbo borderline tuttavia, nella realtà, difficilmente può avere una chiara sensazione che proprio ciò che sente e pensa siano parte di un problema. Non è difficile da comprendere; ognuno di noi vive il proprio modo di interpretare la realtà come parte di sé. E’ infatti frequente sentire frasi, da parte di persone affette da disturbi di personalità come quello borderline, come “sono fatto così, prendere o lasciare!” oppure “non sono io il problema magari siete voi“. Ti racconto un aneddoto. Quando svolgevo in prima persona attività di psicologo nei nostri centri di diagnosi e cura, un ragazzo arrivò nel mio studio di Roma dichiarando che non aveva percorso 600km né per una diagnosi né per un trattamento, ma per conoscere chi avesse scritto la sua “biografia senza dati sensibili“. Si riferiva proprio a un mio articolo sul disturbo borderline di personalità.
Nel film “Ragazze interrotte” del 1999 si affronta il tema della personalità borderline. In merito a quanto detto fino ad ora consiglieresti questo film? Hai altri titoli da suggerire ai nostri lettori?
Nel libro cito alcuni film compreso “ragazze interrotte“, per spiegare due fatti. Da una parte l’uso cinematografico del disturbo e soprattutto di alcuni criteri, in particolare l’autolesionismo, dall’altra la possibilità che alcune manifestazioni del problema siano in realtà frutto di una certa suggestione, una sorta di moda, magari come mezzo per attirare l’attenzione, per alcuni soggetti soprattutto adolescenti. A tal proposito suggerisco anche “Thirteen – 13 anni“. Anche se nel lungometraggio non viene citato direttamente il disturbo borderline, il film parla di manifestazioni tipiche del problema, soprattutto nella prima adolescenza. Non è un gran film a mio avviso ma vale la pena vederlo. Ragazze interrotte, un film tratto dal romanzo autobiografico “la ragazza interrotta” di Susanna Kaysen, è forse l’unico film, aggiungo magistralmente diretto, che parla del disturbo borderline e di altri disturbi della personalità come quello antisociale. Vivamente consigliato. Un altro film nel quale sono chiaramente citati alcuni tratti del disturbo borderline, stavolta una commedia, è “Vicky Critina Barcelona” di Woody Allen nello specifico il personaggio “Maria Elena” interpretato da Penelope Cruz.
Anche nel panorama musicale hai trovato brani che hanno affrontato il disturbo borderline, in modo forse non immediatamente chiaro? Ce ne vuoi parlare?
La musica è piena di citazioni, più o meno velate, soprattutto di alcuni tratti del disturbo e spesso senza neanche che l’artista ne sia consapevole. A tal proposito indico, anche del libro, giusto un paio di titoli italiani come “Lamette” di Donatella Rettore e “Amici non ne ho” di Loredana Bertè. La musica, ma anche l’arte visiva, il cinema, il teatro e le arti performative, sono piene di personaggi che potrebbero manifestare tratti del disturbo borderline e altri tratti disfunzionali di personalità, da quelli istrionici a quelli narcisistici. Pensiamo soltanto a quante alterazioni dell’umore, ideazione suicidaria e pensieri di suicidio, nonché uso di sostanze e altre condotte impulsive ci sono tra personaggi, a volte anche molto noti, del panorama artistico internazionale.
C’è una frase nel Fedro di Platone che recita così: “ci sono due forme di follia, una che nasce da malattia umana, un’altra che deriva da un divino mutamento delle abitudini consuete”. Come giudichi questa frase? Mi farebbe piacere conoscere il tuo punto di vista, in merito ad un approccio non attuale, ma riferito ad un tempo piuttosto lontano da quello presente.
Questa frase possiamo leggerla sotto almeno due ottiche diverse. Se la attualizzassimo potremmo dire, in termini scientificamente validi tutt’oggi, che una stessa manifestazione psicopatologica (la follia per Platone) potrebbe manifestarsi per specifiche condizioni mediche oppure essere di tipo funzionale-organizzativo. Infatti anche il clinico, in sede diagnostico-differenziale, deve poter distinguere tra una manifestazione dovuta a condizioni mediche come lesioni, agenti patogeni, ecc. o legata agli effetti di una sostanza, da una stessa manifestazione dovuta a fattori “organizzativi” i cosiddetti fattori “psicologici”. Porto un esempio. Un attacco di panico potrebbe essere la manifestazione di un grave ipertiroidismo, a quel punto l’attacco di panico non va curato in sé ma va curata la disfunzione tiroidea, oppure essere di tipo “psicofisiologico” ovvero legato a una certa modalità di organizzazione della persona e/o del suo contesto di vita. Ovviamente approfondimenti in merito necessiterebbero di un altra sede.
L’altra ottica, invece, mi porta a pensare a una certa distinzione operata da Platone tra “corpo” e “mente” (psiche, anima). Quello che Damasio chiama “l’errore di Cartesio“. Purtroppo questa distinzione, nonostante le buone intenzioni anche in ambito scientifico, ancora permea alcuni ambienti anche accademici. “Mente” e “Corpo” non sono entità distinte e, come spesso cerco di spiegare, non sono neanche aspetti in relazione tra loro. Non esiste infatti di per sé la “mente”. E’ il nome che noi attribuiamo a dei fenomeni funzionali dell’organismo. Ecco perché preferisco il termine “psicofisiologico” (senza trattino) per descrivere un processo unico e inscindibile. Un argomento delicato e tutt’oggi spinoso. Servirà ancora qualche secolo affinché alcuni concetti innovativi emergenti in ambito scientifico possano diventare parte, prima della cultura accademica che ha sempre qualche difficoltà ad assorbire il cambiamento e poi, finalmente, di quella popolare.
Sul tuo libro hai aggiunto un’appendice speciale, di cosa si tratta?
Si Antonella, ho voluto includere un’appendice dedicata ad alcune tecniche di comunicazione, nello specifico si tratta di un elenco di frasi da evitare nella relazione, in particolare quando ci troviamo di fronte a soggetti oppositivi, provocatori o con tratti di personalità come quello borderline. L’elenco serve a favorire un cambiamento di ottica e di prospettiva rispetto a modalità molto comuni di comunicazione che, se adottate in modo rigido, potrebbero in realtà portare a un’esacerbazione del problema, nonostante le nostre migliori intenzioni. Non è stato possibile includere l’elenco di “cosa dire” perché, è anche abbastanza ovvio, è necessaria una personalizzazione della comunicazione che quindi non può essere generalizzata come nel caso delle frasi da evitare.
Nell’ultima pagina del libro “diagnosi e comprensione delle personalità borderline” c’è un link a un sito per approfondimenti. Di cosa si tratta?
La pagina online è dedicata sia alle correzioni di eventuali refusi che potrebbero esserci nel libro e all’opportunità, per tutti i lettori, di poter inviare domande di approfondimento o di chiarimento in merito a quanto è scritto nel saggio. Inoltre sulla pagina saranno indicate eventuali successive edizioni del testo. Per saperne di più vi lascio il collegamento: https://www.psyreview.org/books/personalita-borderline/
Per chiudere la nostra intervista mi piacerebbe conoscere gli eventuali progetti futuri, anche in merito ad altri lavori editoriali e altre iniziative di cui vuoi far partecipi tutti i nostri lettori.
Tra il 2024 e il 2025 conto di pubblicare un’antologia di vent’anni di articoli scritti da me e altri autori sulla nostra rivista Psyreview. Sono inoltre già in programma diversi libri su altri disturbi psicologici, su alcune tematiche psico-sociali e un importante pubblicazione dal titolo provvisorio “Psicologia Emotocognitiva” che servirà a descrivere, in dettaglio, le numerose innovazioni teoriche in ambito scientifico prodotte da anni di studio, ricerca e intervento. Quest’ultimo sarà un saggio che permetterà a tutti di accedere a una conoscenza decisamente nuova circa il funzionamento sistemico umano e sociale, un sapere che ha destabilizzato non poco alcuni ambienti accademici e ordinistici.
Grazie Marco, sei stato fin troppo gentile e sempre molto chiaro, in ogni spiegazione. I nostri lettori dove possono acquistare il libro?
Antonella grazie a te e grazie a Palco e Visioni per l’opportunità. Poter diffondere una certa cultura e alcune informazioni è davvero prezioso perché sapere come funziona qualcosa significa anche sapere come fare per trovare nuove soluzioni.
“Diagnosi e comprensione delle personalità borderline” è disponibile su Amazon libri e acquistabile anche con il Bonus Cultura e la Carta del Docente. Il libro è disponibile rigorosamente in versione cartacea.
Scheda Tecnica del Libro
- Autore: Marco Baranello
- Titolo: Diagnosi e Comprensione delle Personalità Borderline
- Editore: Psyreview Edizioni
- Prima Edizione: 28 settembre 2023
- Lingua: Italiano
- Pagine: 250
- ISBN-13: 979-8861155885
Link per acquistare il saggio
a cura di
Antonella Pedicelli
come citare questa fonte:
Pedicelli, A. (2023)
Intervista al Dott. Baranello autore del libro
“diagnosi e comprensione delle personalità borderline”.
www.palcoevisioni.com/?p=1055. Palco e Visioni, 22 ottobre 2023.
Grazie per l’intervista! Spero davvero che questo testo possa essere d’aiuto a chiunque abbia a che fare con il disturbo borderline di personalità, sia dal punto di vista professionale che personale.