Intervista all’attore e regista Fabrizio Romagnoli

Fabrizio Romagnoli Attore
F. Romagnoli

Abbiamo il piacere di intervistare Fabrizio Romagnoli, attore, autore, regista teatrale, insegnante di recitazione, interpretazione canora e scrittura drammaturgica. Fabrizio Romagnoli, debutta come attore ne “La piccola bottega degli orrori” prodotto dalla Compagnia della Rancia, viene poi riconfermato dagli stessi produttori nei cast di “A Chorus Line”, “Cabaret”, “Arlecchino servitore di due padroni”, “Dolci vizi al foro”, “West side story” e “Grease”. Nel 1997 si trasferisce in Germania dove diventa protagonista di importanti musical quali ” Cats” e “Buddy Das Musical” .Tornato in Italia si divide tra cinema e televisione, per il cinema lo ricordiamo nel cast de “Il Generale dalla Chiesa” di Giorgio Capitani, nei tre film del regista Antonello Belluco, “Giorgione da Castelfranco – Sulle tracce del Genio”, “il segreto di Italia” e “On my shoulder”, ” Ma tu di che segno 6?” di Neri Parenti, “Non amarmi” di Marco Cercaci,” Im Netz der Camorra” di Andreas Prochaska. Ha preso parte anche a tantissime serie televisive, ricordiamo “Agrodolce”, “Distretto di polizia 10”, “Tutti per Bruno”, ” Un medico in famiglia 10″, “Un posto al sole” e molte altre

Quando hai preso coscienza che il lavoro dell’attore sarebbe diventato il tuo mestiere?

Ciao Silvia, un saluto a te e a tutti i vostri lettori. Ho sempre voluto fare questo mestiere, fin da piccolo, sempre al centro dell’attenzione con gli spettacolini a scuola e con le barzellette nelle serate in famiglia. Ma la vera presa di coscienza è avvenuta mentre giravo una fiction per la Germania nel lontano 1994, Sterne des Südens. Sotto i riflettori, prima di girare, pensai: “questo è quello che vorrò fare per sempre, recitare”.

Quali sono state le figure di riferimento nel tuo percorso artistico e chi ti ha più influenzato?

Sono stato un grande divoratore di film e allora era anche difficile reperirli, in Vhs… Fellini, Rossellini, tutti i film americani che riuscivo a trovare e poi il teatro, Strehler, Glauco Mauri, Gabriele Lavia… Cinema e teatro più che potevo e poi arrivò il musical e tutti i grandi classici, dal Fantasma dell’opera a I Miserabili. Ero totalmente stregato da quel mondo. Mi misi sotto a studiare recitazione, canto e danza, l’idea di potermi esibire in tutte e tre le discipline mi entusiasmava e ci sono riuscito. Devo molto a Baayork Lee, fu la prima a farmi credere che potevo fare questo mestiere, che dovevo insistere, studiare, e lei mi ha dato le prime grandi opportunità a partire dalla versione italiana di A Chorus Line. Ho interpretato tanti musical fino ad arrivare al mio sogno, il più difficile per un attore, Cats. E lo feci in Germania, in tedesco per due anni e mezzo. Forse più che delle figure di maestri è stata la necessità di esibirmi, la voglia di stare un palcoscenico. Ho ben impresso nella mia mente quel momento in cui sei in scena e sei sotto i riflettori, quel silenzio magico che si crea fra una battuta e l’altra mentre la sala piena ti osserva, ti ascolta… Una vera magia!

Nel corso della tua carriera, quali sono state le esperienze artistiche più incisive e significative?

Ce ne sono molte, da Il generale dalla Chiesa, di Giorgio Capitani al musical Cats, di Lloyd Webber in Germania, la fiction Agrodolce in Sicilia, Un posto al sole a Napoli, Il segreto d’Italia di Antonello Belluco a fianco di Romina Power, fino ad arrivare all’ultimo film con Tobias Moretti, Im Netz Der Camorra, uscito questo anno 2021 in Austria e Germania per la regia di Andreas Prochaska. Spero arrivi anche in Italia, è stata un’esperienza incredibile. Ogni film, fiction e spettacolo teatrale che abbia fatto, tutti mi hanno lasciato un segno e sono grato alla vita per quello che sono riuscito a fare. Nel mio sito www.fabrizioromagnoli.it c’è il resoconto di tutto il mio percorso artistico perché non voglio dimenticare niente di quello che ho fatto. Da ogni esperienza si impara sempre qualcosa, anche capire quello che proprio non si deve più fare.

Sei molto impegnato anche come docente, cosa cerchi di trasmettere ai tuoi allievi?

Ho veramente faticato tanto per trovare gli insegnanti giusti, i maestri veramente capaci di insegnare qualcosa e ancora mi ricordo quando mi dividevo fra un viaggio e l’altro, stanchissimo, per raggiungere Roma, Milano, le Marche e anche Londra. Ho sempre pensato che il giorno che avessi avuto la forza e autorevolezza per poter insegnare, allora lo avrei fatto con tutta la passione possibile, e così è stato. Dal momento che mi è stato chiesto di insegnare non mi sono più fermato. Per me è importante che chi esce da una mia lezione si senta felice di avere capito ciò che ha fatto e di aver chiarito qualche dubbio riguardo alla recitazione. Quando ero giovane, ero solito sentirmi dire: “È così e basta, fallo e stai zitto!” Io penso che insegnare sia altro: insegnare è spiegare come si fa questo meraviglioso e difficilissimo mestiere. 

Sei anche autore, cosa rappresenta per te la scrittura?

Per me la scrittura è importantissima! Oltre ad essere un grande sfogo emotivo, mi ha permesso di creare e recitare tutti quei personaggi che non mi avrebbero fatto mai interpretare. Ho scritto tre libri, due di commedie per il teatro contemporaneo e un terzo libro di monologhi per studiare e rimanere allenati e per fare provini. Sono felice quando qualcuno mette in scena una mia commedia, mi entusiasma molto vedere le regie altrui, perché sono sempre grandi sorprese positive. Il massimo è quando qualcuno mi dice che ha superato un provino o ha vinto un concorso recitando un mio monologo. Amo scrivere e lo farò sempre e, inoltre, credo mi faccia anche crescere come attore.

E la musica?

La musica ha accompagnato il mio percorso artistico. Tutto è musica, ritmo, vita, palcoscenico… Quando la musica non c’è, la si crea con un respiro, un passo, un movimento, una battuta. Anche il canto mi ha dato tanto e continuo sempre a cantare, ad allenarmi, anche se è tanto che non mi cimento con un musical. Però devo dire che mi manca e mi piacerebbe tornare a cantare in scena, chissà… magari in futuro.

Un sogno che vorresti realizzare?

Ne ho già realizzati tanti, davvero, posso ritenermi fortunato. Io credo che il sogno più grande sia quello di poter vivere del mestiere o del lavoro che si ama fare, poter fare ciò che ci piace è la cosa più bella. Per questo motivo mi spendo tanto per i giovani, nell’insegnamento, nelle regie, nei progetti, proprio perché i sogni si possono realizzare, ma bisogna proprio volerlo con tutta la forza possibile, soprattutto per chi come me non ha nessun “santo in paradiso”. Un percorso lento fatto di una lunga gavetta, che si costruisce giorno per giorno fra sorrisi e lacrime, ma sempre con la grande voglia di sperimentarsi e inventarsi. 

Progetti imminenti e futuri?

Il 21 Novembre debutterà a Velletri, al Teatro Tognazzi, lo spettacolo “Lei… Lui… Loro…” scritto e diretto da me, con l’attrice Francesca Sangiorgi, l’attore Paolo Pesce Nanna e le musiche del grande Sergio Gaggiotti Rossomalpelo. Poi, terrò due workshop di recitazione, a Velletri il 13 e 14 novembre e a Serra San Quirico (Ancona) il 4 e 5 dicembre. Inoltre, sono impegnato a TV2000 nel programma “Di Buon Mattino” in una rubrica sul mondo dello spettacolo che mi vede insieme a Serena Cirillo in giro per l’Italia alla scoperta dei segreti dietro le quinte dei grandi musical, ma anche di musei, teatri di prosa, etc… Grazie, cara Silvia, è stato bello rispondere alle tue domande. Un abbraccio a te e a tutti i lettori di Palco e Visioni.

A cura di 
Silvia Moroni

Come citare questa fonte

Moroni, S. (2021)
Intervista all’Attore e Regista Fabrizio Romagnoli.
www.palcoevisioni.com/?p=676. Roma, 2 novembre 2021​

Silvia Moroni
Silvia Moroni
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