Semplicemente “Myriam” intervista a Elisabetta Irrera.

Myriam prima di essere uno spettacolo teatrale di danza e di musica è una “performance rituale” che nobilita la figura di Maria Maddalena, per rivelare diffondere il suo messaggio di amore incondizionato. Myriam incarna un femminile integro che coopera con il maschile per l’evoluzione dell’umanità, sanando l’antica ferita tra uomo e donna. In un susseguirsi di danza, parole, musica e poesia veniamo trasportati, in un viaggio all’interno di noi stessi. È un inno alla vita, all’amore e alla sacralità del maschile e del femminile, presenti dentro e fuori di noi. Siamo con Elisabetta Irrera, attrice, registra e autrice della Performance Rituale “Myriam“.

Benvenuta Elisabetta, potresti spiegarci “chi è Myriam”?

Myriam è un’essenza, una vibrazione, è Maria Maddalena, è la Grande Madre, è una Dea, è il femminile in ognuno di noi. Myriam è tutte le donne. Myriam sono io. Myriam è un principio. Lei lo dice, all’inizio, che si presenta così perché il nome di Maria Maddalena risuona in noi in relazione a un’idea di peccatrice: viene per ribaltare questa credenza. Myriam si presenta come sposa di Jeshua e Maestra anche lei, secondo una cultura che la nobilita e dà finalmente lo spazio che merita.

Le fonti alle quali ti sei riferita per dare vita alla “tua” Myriam?

Inizialmente lessi il libro di Adele Venneri “La nuova coscienza di Maria Maddalena”, che mi ha ispirata più di tutti: ho sentito una “chiamata” a parlare, in scena, col mio talento, dei temi che lei portava. Poi ho letto il bellissimo “Testamento delle tre Marie” di Daniel Meurois e Anne Givaudan, e “La tredicesima Apostola” di Carla Babudri. Tutti questi libri mi hanno ispirata, e anche molti altri, che vivono dentro al testo “Myriam”. Volevo creare uno spettacolo, portare in scena l’amore secondo Myriam, qualcosa che aiutasse le persone a liberarsi, e un giorno, una donna, una cara amica cantante napoletana, Monica Marra, mi ha detto: “perché non lo scrivi tu?”. Quello è stato l’inizio del viaggio.
Ogni volta che mi mettevo a scrivere entravo in uno “stato di coscienza espanso”. Non posso descriverlo meglio di così: l’atmosfera si faceva rarefatta, le parole scorrevano come sostanza liquida dentro di me, e a tratti piangevo. La mia storia s’intrecciava con la storia dell’umanità.

Myriam ha un aspetto maschile e femminile? Uno yin e uno yang?

Si, certo, come ognuno di noi. Lei ci parla di “matrimonio sacro” dentro di noi, e viene per celebrarlo. Lei dice “tu sei un essere completo” e intende proprio questo, l’unione e la cooperazione tra le due energie.

Quindi credi che non ci sia una netta separazione tra uomo e donna?

Credo che ci incarniamo di volta in volta in un genere, per poter fare esperienza in modi diversi, in accordo con il viaggio dell’anima. In questa vita sono donna, e ho memoria di quando ero uomo, e l’energia maschile è molto presente in me; la mia sfida è incarnare pienamente l’essenza femminile, in equilibrio con quella maschile, e far si che siano alleate dentro di me. Così posso sentirmi completa. Ognuno ha la sua personale sfida, in ogni incarnazione.

Perché lo spettacolo è definito “una performance rituale”?

Si tratta di un’esperienza vera e propria, che il pubblico fa, ci sono momenti rituali in cui le persone sono coinvolte attivamente. E’ un viaggio, una trasformazione che viviamo, tutti, durante la performance. E’ il teatro che ritorna alle origini. Gli artisti sono i sacerdoti e le sacerdotesse.

Chi sono i tuoi compagni di viaggio?

Andrea Ferigo è un musicista bravissimo, che ho avuto la fortuna di “riconoscere” e di coinvolgere nel mio progetto. Abbiamo in comune un percorso spirituale di molti anni, in shaja yoga, e siamo stati iniziati entrambi da Shri Mataji Nirmala Devi, alla quale io devo il mio risveglio tanti anni fa, e tanta pura conoscenza. Nel testo Myriam ci sono tante verità che ho appreso da lei e dalla pratica della meditazione. Andrea ha studiato musica indiana e crea una mescolanza unica e ipnotica tra elettronica e sonorità orientali.

Eva Bosakova è una sorella e una danzaterapeuta, secondo Maria Fux, di rara sensibilità e bravura. Lei è una sicurezza per me: ha grandi doti improvvisative e ha sentito subito la connessione con Myriam.
Sono entrambi fantastici compagni di viaggio.

Nel salutarci vogliamo ricordare le prossime date del Tour?

Certamente. Il 12 maggio 2023 saremo a Roma al Teatro dei Documenti, il 2 giugno a Pontassieve Podere Reminini e il 3 giugno a Luzzara per il Festival Indaco.

a cura di
Cinzia Salluzzo Rovituso

come citare questa fonte:

Salluzzo Rovituso, C. (2023)
Semplicemente “Myriam”. Intervista a Elisabetta Irrera.
www.palcoevisioni.com/?p=995. Palco e Visioni.

Cinzia Salluzzo Rovituso
Cinzia Salluzzo Rovituso
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