Doctor Strange nel Multiverso tra sogni, incubi e vite parallele

A distanza di sei anni dal primo Doctor Strange, il mondo cinematografico della Marvel introduce magistralmente un’inedito elemento “horror” attraverso il tocco forsennato ed ipercinetico di Sam Raimi, che non si è lasciato irretire dal target degli spettatori ma ha saputo ben diluire la sua amata impronta cupa nel fantasy.

“Doctor Strange nel Multiverso della follia” è stato definito il primo film d’autore della Marvel, grazie alla capacità del regista di dosare tinte horror, umorismo e leggerezza, combinazione in cui Raimi è sempre stato maestro. Tuttavia è uno dei film meno “Marvel” che sia mai uscito, vista la sua cupezza disperata e spaventosa, con un umorismo appena accennato e un livello d’introspezione dei personaggi che solo un maestro dei tempi e del montaggio sarebbe riuscito a garantire nonostante il contesto. Ed infatti sono proprio le loro emozioni l’impalcatura del tessuto di base del film. In primis quelle della minacciosa e disperata Scarlett Whitch, interpretata magistralmente da Elisabeth Olsen, che da una parte vive il vuoto e lo struggimento lasciatogli dai suoi due figli lontani in un altro mondo parallelo, e dall’altra è disposta a dispiegare i suoi più crudeli poteri di strega pur di ricongiungersi a loro. Nondimeno lo stesso Dottor Strange, un ottimo Benedict Cumberbatch, si troverà a dover fronteggiare sé stesso faccia a faccia con inquietanti “versioni alternative” di sé incontrate durante le accidentate incursioni nelle varianti del Multiverso. Ma il motore che muove tutto il meccanismo del film si incarna nella giovane America Chavez, una promettente Xochitl Gomez, che ha il dono di poter aprire varchi tra i vari universi paralleli, potere per il quale è perseguitata dalla perfida Scarlett che se ne vorrebbe appropriare per ricongiungersi ai suoi figli, a costo della vita della ragazza. Anche i sogni dei protagonisti sono un elemento cruciale: sogni non intesi come aspirazioni, ma i veri e propri sogni durante lo stato di sonno, dove loro hanno la possibilità di affacciarsi alle finestre delle loro vite parallele  vivendone involontariamente e casualmente dei flash.

Il Multiverso è un concetto che i Marvel Studios hanno cominciato ad esplorare già da qualche tempo, soprattutto con l’ultimo “Spiderman: no way home”. All’origine tutto è cominciato nel lontano 1961 quando Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko e altri artisti della Marvel Comics decisero di scrivere storie collegate: gli eventi di un fumetto avrebbero così influenzato la realtà del numero successivo, mentre inizialmente tutti gli episodi erano perlopiù autoconclusivi e fini a sé stessi. Si cominciò a creare così una sorta di “universo condiviso”, in una rete di storie parallele dove i personaggi si incontravano più volte, affrontavano insieme avversari  e maturavano e cambiavano con il tempo, arrivando a creare gruppi come ad esempio gli Avengers. Da Universo a Multiverso il passo non è stato complicato, e pian piano è stato introdotto nei fumetti Marvel degli anni ’80.

Nel frattempo, quasi parallelamente alle nuove “creazioni” di Stan Lee, nel 1957 il fisico statunitense Hugh Everett cominciava ad esplorare il concetto di multiverso della meccanica quantistica, che prevedeva la presenza di “linee temporali ramificate” dove altri eventi si verificano al di fuori della nostra realtà. Secondo questa teoria esisterebbero infinite Terre parallele e varie versioni di ogni individuo che starebbero vivendo le molte vite possibili, determinate dalle diverse decisioni prese nei vari piani paralleli. L’universo in cui viviamo sarebbe quindi solo una delle “combinazioni” tra numerose altre, anche quelle che potrebbero dar vita ad universi in cui le leggi della fisica si comportano in maniera diversa, e non sarebbero in grado di ospitare la vita così come noi la conosciamo. Anche la questione onirica, cioè il fatto che i nostri sogni potrebbero essere degli scorci di universi paralleli, è un elemento che alcuni studiosi della materia hanno preso in considerazione. Gli scienziati odierni pensano comunque che non sia possibile viaggiare tra gli universi, almeno non ancora.

E a colmare questo vuoto per ora ci sta pensando il Marvel Cinematic Universe, precorrendo i tempi che, magari chi lo sa … potrebbero già starci aspettando in una delle “linee temporali  ramificate” di un lontano futuro.


a cura di 
Sabrina Mammarella Tosè

come citare questa fonte

Mammarella Tosè, S. (2022)
Doctor Strange nel Multiverso tra sogni, incubi e vite parallele.
www.palcoevisioni.com/?p=863. Roma, 15 giugno 2022

Sabrina M. Tosè
Sabrina M. Tosè
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