I messaggi “in codice” di Matrix Resurrections
Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss sono di nuovo protagonisti come Neo e Trinity nella saga di Matrix, in un quarto film che ha preso vita nella mente di Lana Wachowsky (questa volta senza la sorella Lilly), che analizza la sua creazione alla luce di 20 anni di cambiamenti sociali e dell’industria cinematografica.
Pur se meno rivoluzionario rispetto al primo Matrix, lo stile della regia è sempre originale e inconfondibile. La trama è ambientata 60 anni dopo i fatti dei primi tre film e i personaggi principali, che sono rimasti gli stessi, sono però stati “riprogrammati” da Matrix in un nuovo scenario. Neo, riportato alla sua vecchia identità del signor Thomas Anderson, è ora uno sviluppatore di videogame e la sua creazione più famosa è proprio un videogioco chiamato “The Matrix”. I fantasmi della sua vita precedente sembrano però tornare a far visita all’Eletto, anche se i suoi ricordi sono stati cancellati e non è più consapevole di chi è veramente. E’ spesso preda di crisi psicotiche, non riuscendo più a distinguere la realtà della sua vita attuale dalla finzione del suo videogioco, un mondo che lui percepisce parallelo e che poi gli si rivelerà realmente tale: ciò che ha creato nella finzione di un videogame non è altro che il riflesso di una dimensione che gli appartiene ed in cui ha realmente vissuto. Ma prima di arrivare a riscoprire la sua vera identità (attraverso una rinnovata scelta della “pillola rossa”), il signor Anderson, dopo un tentato suicidio (dovuto alla sua convinzione di essere in grado di volare come nel gioco), è costretto a ricorrere allo psicoanalista, più precisamente L’Analista, che lo tiene a bada con un’intensa terapia a base di “pillole blu”, simbolo inconfondibile che risuona in tutta la saga, dell’oblio e inconsapevolezza a cui Matrix sottopone gli esseri umani. Blu sono infatti anche gli occhiali dell’Analista, che si rivelerà poi essere lui L’Architetto dell’attuale versione di Matrix, realtà fittizia in cui Neo, ancora come Thomas Anderson rincontrerà Trinity nelle vesti di Tiffany (moglie e madre di tre figli che nel tempo libero aggiusta vecchie motociclette) e verrà “ritrovato” da Morpheus che lo ricondurrà finalmente nel mondo reale passando attraverso sanguinosi combattimenti con l’Agente Smith.
Un nuovo personaggio chiave della storia è Bugs: il termine “bug”, per chiunque si occupi di programmazione informatica è sinonimo di guai, e infatti sarà proprio lei ad hackerare il nuovo programma per potervi accedere, e continuerà ad essere lei la guida di Neo nel suo accidentato ritorno alla vita reale. Gli ricorda infatti che “… Matrix è questo che fa, si serve come arma di ogni idea, di ogni sogno, di tutto ciò che è importante per noi trasformandoli in una banalità … quale posto migliore per seppellire la verità, di un comunissimo videogame …”
Matrix Resurrections è, come d’altronde i precedenti, un’alchimia ben calibrata e intelligente di contenuti iper-simbolici, subliminali e sentimentali, conditi con un pizzico di umorismo e banalità; un connubio splendidamente funzionale di azioni ed emozioni sincere.
Il film ha più livelli di lettura, che smontano e analizzano il mito di Matrix, tra i cui tanti temi, come l’unione tra filosofia e informatica, scienza e fede, cyberpunk e mitologia, c’è quello della trasformazione e del cambiamento, chiave di lettura imprescindibile, soprattutto dopo l’avvenuta transizione di entrambe le sorelle Wachowsky.
Resurrections è stato scritto da Lana con David Mitchell (il cui “Cloud Atlas” è stato adattato dalle due sorelle nel 2012) e Aleksandar Hemon, che avevano già collaborato con le Wachowsky nella serie Netflix “Sense8”. Nel nuovo cast troviamo: Yahya Abdul-Mateen (Morpheus), Jessica Henwick (Bugs), Jonathan Groff ( Agente Smith) e Neil Patrick Harris (l’Analista).
Nel film si dice che “Matrix ti mette rumore in testa”: possiamo interpretarlo come il “rumore” dei social, della politica e dell’informazione o dei pregiudizi della gente, che mai come in questo periodo sono stati così intensi. Infatti il messaggio cruciale è nelle parole che L’Analista dice a Neo e Trinity finalmente liberi, nella scena finale: “Ma vi avverto: i pecoroni non saranno con voi, a loro piace il mio mondo, non vogliono questi sentimentalismi, non vogliono libertà o emancipazione, loro vogliono essere controllati, bramano il conforto della certezza …”.
Credo non ci potesse essere momento migliore per l’uscita di Matrix Resurrections: come ci ha dimostrato anche Neo, la scelta della “pillola rossa” non si fa una volta per tutte ma, soprattutto negli scenari odierni, va rinnovata quasi ogni giorno.
a cura di
Sabrina Mammarella Tosè
come citare questa fonte
Mammarella Tosè, S. (2022)
I messaggi “in codice” di Matrix Resurrections.
www.palcoevisioni.com/?p=860. Roma, 9 maggio 2022.